TRA LE CONSEGUENZE DI METODI PSEUDOEDUCATIVI, LA SCELTA CAPARBIA QUANTO AUTOLESIONISTA DI UN PARTNER

Una prima esperienza, ma extra-professionale, su come una persona, nella fattispecie una ragazza ben educata, nota come facente parte di famiglia perbene, ossia nella quale i messaggi educativi inibenti l’aggressività erano prevalsi, l’ho avuta quando ero al quarto anno di università: lei, ritenendosi irresistibilmente innamorata di un bullo romano, aveva caparbiamente voluto sposarlo, ovviamente contro il parere degli altri familiari.
Insomma, questa ragazza si sentiva coattivamente indotta a ricercare un violento, una specie di alter ego che gestisse, a suo rischio e pericolo (ma lei non ne era consapevole), come per delega, le proprie tensioni. Così capita che tante donne, ancora oggi, rimangono vittima dell’uomo che avevano creduto fosse “l’uomo della propria vita”, non tenendo in conto che combinandosi con uno più forte non necessariamente si è più forti: invece dell’attesa protezione, si rischia di subire le conseguenze della sua forza aggressiva. Di solito perché lui ha conti da regolare con la madre dalla quale si sente abbandonato e tradito, magari per avergli prodotto dei rivali.
Se, come “di regola”, prevale il tabù per cui non aggredisce la madre e, coattivamente, cercherà un bersaglio transferale: un’altra donna e, per un perverso meccanismo di coazione a ripetere, sarà indotto a desiderare figli a ogni costo su cui scaricare le sue rabbiose represse tensioni nei confronti di fratelli che, a suo tempo, gli hanno sottratto le esclusive cure materne.