Con alcuni psicoterapeuti statunitensi e di altre nazionalità, che a Roma stavano introducendo nuove metodiche, partecipavo alle cosiddette maratone: in luoghi isolati, in locali dove i pavimenti e le pareti erano rivestiti con materassi. Da venerdì pomeriggio a lunedì mattina si sperimentavano metodiche dell’urlo di Yanov e, soprattutto la “primaria”. Questa consisteva nel favorire una regressione sino al momento della nascita e la scarica delle tensioni psico-emotive.
Lì ebbi la conferma dell’assunto formulato con collaboratori che frequentavano il mio studio e cioè che più o meno tutti noi siamo organismi inquinati e in tensione giacché, dalle persone più tranquille, venivano fuori incredibili scariche di rabbia.