L’aveva consapevolmente affermato: “ l’Io non è padrone in casa sua”.
Io stesso lo sperimentai su di me, durante il mio training per la pratica psicoterapeutica: i sogni mi dimostravano, appunto, l’opposto del vissuto consapevole.
Oggi, a fini divulgativi, al posto di quella ormai logora dall’uso, cioè dio inconscio, preferisco la locuzione pattumiera neuro-psico-emotiva.
Ed ecco un caso: dal livello di autonomia psico-relazionale della madre dipenderà pure lo sviluppo dell’autonomia del/la figlio/a.
In proposito accenno alla storia di una bambina che presentava il quadro clinico di psicosi simbiotica di Mahler. Il suo stato di dipendenza era tale che fisicamente non si staccava dalla mamma, neanche durante l’espletamento delle funzioni corporali e con la madre rimaneva in contatto entrando nella stessa vasca da bagno.
Era stata la madre stessa (si noti in proposito la differente percezione che si può avere tra il conscio e l’ inconscio che, di solito, si rivela mediante il sogno), preoccupata specialmente perché la figlia avrebbe dovuto iniziare la frequenza della scuola dell’obbligo il prossimo settembre, la portò dove si stavano attuando attività di gioco autogestite.
Io avevo raccomandato a tutti di non provare a staccare in qualche modo la bambina. Tale distacco cominciò gradualmente a verificarsi a mano a mano che la bambina stabiliva rapporti e si sentiva sostenuta dal gruppo